Il marketing al servizio delle persone
- Posted by Carolina Lucchesini
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- Date 4 Giugno, 2020
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Ormai lo avrete capito: non ci interessa il marketing “tradizionale”che punta alla sovrabbondanza, alla persuasione, al principio della scarsità, alle offerte superscontatissime.
Noi siamo per un marketing che interessi le persone, che gli renda servizio e che sia utile alle loro vite. Che produca VALORE per chi lo diffonde e per chi lo riceve.
Abbiamo intervistato Ilaria Caroli su questo tema e sul perché quello che tecnicamente si definisce “Inboud Marketing” è la chiave per il futuro.
Il 13 Giugno ci sarà anche una Masterclass su questo tema, ecco il programma.
1) Perché è diventato imprescindibile oggi fare Marketing “in entrata”? Qual è la differenza con le altre tipologie di strategia?
Perché per differenziarsi bisogna creare esperienze che valgano la pena essere vissute, condivise, ricordate e desiderate.
A differenza dell’outbound marketing, con l’inbound marketing , non è necessario lottare per l’attenzione dei potenziali clienti. Creando contenuti pensati per risolvere i problemi e soddisfare le esigenze dei tuoi clienti ideali, delle tue buyer persona, attirerai potenziali clienti qualificati e creerai fiducia e credibilità verso la tua azienda.
L’Inbound Marketing non è altro che l’evoluzione del permission marketing di Seth Godin del 1999 ma rivisto e ampliato.
2) Ci puoi dire quali sono gli elementi bussola quando si progettano strategie digitali human-centered?
Si parte sempre dalla buyer persona, dal potenziale cliente, dalle sue esigenze e dal come noi possiamo risolvere i suoi problemi. Mettiamo tutto in relazione al suo buyer’s journey e creiamo contenuti rilevanti. Se le aziende che lamentano una scarsa fidelizzazione e un basso tasso di conversione, cominciassero a guardare questi 3 punti cardinali, avrebbero risolto il 90% dei loro problemi.
3) Quali sono gli errori da evitare?
Il primo errore è non ascoltare la propria buyer persona e pensare con la propria testa invece che con quella del potenziale cliente. Le strategie che progettiamo non devono piacere al nostro ego ma devono attirare, coinvolgere ed entusiasmare la nostra buyer persona perché solo così diventerà ambassador del nostro brand e ci farà conoscere a nuovi potenziali clienti. Il secondo errore è non testare strumenti e canali diversi. Seguo l’approccio del growth hacking quindi rapide sperimentazioni per farsi guidare dai dati e non dalle convinzioni personali.
4) Parliamo di contenuti: cosa bisogna tenere ben presente quando si scrive un blog post nell’ottica di fare attività di Inbound?
Si parte dall’analisi della domanda grazie a strumenti come google trend, google keyword planner o tool come answer the public. Bisogna capire quali sono gli interessi della nostra buyer persona e approfondirli con blog post che attirino l’attenzione e piacciano allo spider di Google. La SEO è fondamentale per farsi trovare lì dove i nostri potenziali clienti stanno cercando.